Non potendosi permettere la carne pregiata, il popolo creò una versione alternativa a base di pesce, imitando nell’aspetto i piccoli volatili farciti. L'uso del pesce spada rappresenta una variante più ricercata rispetto a quella più comune con le sarde, sfruttando un prodotto locale abbondante soprattutto nello Stretto di Messina.
Il ripieno degli involtini è un perfetto esempio dell'equilibrio agrodolce che caratterizza la cucina siciliana, con ingredienti come uvetta, pinoli, alloro, arance e, talvolta, un tocco di zucchero e aceto. Gli involtini possono essere cotti sia al forno che alla brace e vengono spesso infilzati su spiedini alternati a foglie di alloro, cipolla o scorze di agrumi in modo da ricordare anche visivamente i beccafichi.
E come spesso avviene, ogni famiglia custodisce la propria variante, arricchendo il ripieno con pomodorini secchi, fichi o una generosa panatura. Considerati una delle espressioni più vivaci della "cucina del sole" siciliana, gli involtini di spada a beccafico raccontano una storia di mare, tradizione e creatività popolare.
Ed ecco la raffinata versione dello chef
Giuseppe Schimmenti spiegata, passo passo
Ingredienti (per 1 persona) - 12 fettine di pesce spada
- 170 gr. pancarrè
- 20 gr. uva passolina
- 20 gr. pinoli
- Q.B prezzemolo
- Q.B succo d’arancia
- 72 g cipolla tritata
- Q.B. pangrattato
- 4 filetto d’acciuga sott’olio
- A piacere scorze di limone e d’arancia
- Qualche foglia d’alloro
- sale e pepe